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Responsabilità medica: le tabelle di liquidazione del danno

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Nei casi malasanità il paziente danneggiato dall’errore medico ha diritto a vedersi ristorare tutti i danni causati dall’imperizia / negligenza del personale medico.

Ma come vengono calcolati gli importi del risarcimento?

Occorre innanzi tutto distinguere tra lesioni di lieve entità – dette micropermanenti – che ricorrono laddove i punti di invalidità permanente riconosciuti siano compresi tra 1 e 9, e le c.d. macropermanenti, ovvero lesioni gravi o gravissime che determinano una percentuale di invalidità permanente che va dal 10 al 100%.

Per la prima categoria, la tabella del danno biologico di lieve entità, aggiornata secondo il D.M. 16.10.2023 permette di calcolare, a seconda dell’età del danneggiato e dei punti d’invalidità riconosciuti, l’importo dovuto per la liquidazione del danno biologico.

Per quanto riguarda le macrolesioni, le Tabelle di Milano e di Roma (elaborate dai rispettivi Tribunali) ed adottate in tutti i Tribunali italiani consentono di calcolare, sempre a seconda dell’età del danneggiato e dei punti d’invalidità riconosciuti, il danno non patrimoniale comprensivo sia del danno biologico che del cosiddetto "incremento per sofferenza"" (o "danno morale").

Analizzando la Tabella di Milano – la più usata e diffusa – si può vedere che il danno morale aumenta proporzionalmente rispetto all’invalidità permanente biologica. Vi è poi una colonna della Tabella denominata “personalizzazione massima” che consente un aumento percentuale dell’importo a titolo appunto di personalizzazione solo ove si verifichino conseguenze anomale o del tutto peculiari, diverse da quelle ordinariamente derivanti in casi simili o per categorie simili di danneggiati.

Secondo l’insegnamento della Corte di Cassazione, il risarcimento forfettariamente individuato, in base ai meccanismi tabellari, può essere aumentato esclusivamente nel caso in cui il giudice ravvisi circostanze di fatto del tutto peculiari, idonee a superare le conseguenze ordinarie. Nella liquidazione, il giudicante è tenuto a considerare tutte le conseguenze patite dalla vittima, tanto nella sua sfera morale (ossia nel rapporto che il soggetto ha con sé stesso), quanto in quella dinamico-relazionale (che riguarda il rapporto del soggetto con la realtà esterna) e tale accertamento, unitario ed omnicomprensivo, deve avvenire in concreto.

Si pensi ad esempio al danno riportato, a causa di un intervento chirurgico mal eseguito, ad una gamba ma di un calciatore professionista rispetto al medesimo danno riportato da un non calciatore: il danno fisico sarà il medesimo, la personalizzazione del danno – in ragione del lavoro svolto – sarà massima per il calciatore professionista.